L’affascinante e incredibile
storia del professor Luciani,
l'uomo che 20 anni fa iniziò
il "Dialogo Cristiano" con
Fidel Castro
15/07/2010
di Renzo Allegri
Alfredo Luciani, sociologo,
docente universitario di
Filosofia della Religione,
fondatore della
“Associazione Internazionale
Missionari della Carità
Politica”, che si interessa
a promuovere dialoghi tra le
varie nazioni, soprattutto
quelle divise da conflitti
ideologici. |
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Il
governo Cubano ha deciso di
liberare 52 prigionieri
politici. E’ una notizia che
nei giorni scorsi ha fatto
il giro del mondo e che
continua a tener banco.
Anche perché, il governo
cubano ha permesso che la
notizia venisse data in
primis dalle autorità della
Chiesa Cattolica cubana che
ha avuto un ruolo
fondamentale nella
trattativa. “ E’ una svolta
storica”, hanno scritto i
giornali. Una vicenda
impensabile fino a pochi
mesi fa.
L’eccezionale risultato
raggiunto viene attribuito
ai 135 giorni di sciopero
della fame del giornalista
dissidente Guillermo Farinas
e all’intensa azione
diplomatica che negli ultimi
mesi ha visto impegnati la
Spagna in quanto membro
dell’Unione europea con
maggiori legami nell’isola
caraibica e anche a quella
degli Stati Uniti. Ma tutti
riconoscono che il merito
principale va alla Chiesa
Cattolica locale, guidata
dal cardinale Jaime Lucas
Ortega y Alamino, e alla sua
coraggiosa e persistente
azione di dialogo, nello
spirito dello slogan
lanciato da Giovanni Paolo II
nel suo viaggio
del 1998: '''Che Cuba si
apra al mondo e il mondo si
apra a Cuba!' |
Che la Chiesa
cubana si sia guadagnata rispetto e
considerazione da parte del governo
di Raul Castro, lo dimostrano anche
l’incontro del 20 maggio scorso tra
il cardinal Ortega e il presidente
Raul Castro, a seguito del quale le
autorità cubane avevano scarcerato
Ariel Sigler, dissidente malato e
condannato a 20 anni; e l’incontro
di mercoledì 7 luglio, tra il
presidente Raul Castro e il ministro
degli Affari esteri spagnolo, Miguel
Angel Moratinos, incontro avvenuto
in Arcivescovado alla presenza dello
stesso cardinale Ortega e del
ministro degli esteri cubano, Bruno
Rodriguez. Al termine di questo
secondo incontro, Miguel Angel
Moratinos ha dichiarato: «Sono molto
soddisfatto per il lavoro che sta
portando avanti la Chiesa nel suo
dialogo con le autorità cubane>>.
Grandi speranze e grandi attese per
il popolo dell’isola caraibica, da
anni costretto a dure sofferenze
fisiche e morali. Speranze e attese
che fondano le radici nel "lider
maximo", Fidel Castro che, pur
vivendo nell’ombra della malattia,
continua ad essere il vero motore
della politica dell’isola caraibica,
come dimostrano le sue improvvise
apparizioni in pubblico in questi
giorni e le sue prese di posizioni.
Molti osservatori sono convinti che
in Fidel Castro si sia verificato un
sostanziale cambiamento. Ma non se
ne parla proprio perché mancano
notizie precise.
E’ indubbio però
che il "lider maximo" ha lentamente
maturato convinzioni diverse dalla
sua tradizionale politica. E il
cambiamento non è dovuto alla
malattia. Risale a diverso tempo
prima. E qui il pensiero corre a un
personaggio italiano, sconosciuto
alla massa, ma di grandissimo peso
in questa vicenda cubana come in
molte altre vicende internazionali.
Si chiama Alfredo Luciani.
Sociologo, docente di filosofia
della religione, autore di opere
sociologiche fondamentali, è
fondatore di un movimento,
“Associazione internazionale
Missionari della Carità Politica”:
un movimento di laici che si
impegnano con tutte le forze,
proprio con lo spirito dei
missionari, a promuovere una
politica di sapore evangelico.
<<La “carità”, intesa nel suo
significato più ampio e completo>>,
mi spiega il professor Luciani <<è
una visione del mondo e della vita
che coinvolge tutti gli esseri,
tutta la famiglia umana
nell’abbraccio di Dio. Il termine si
usa spesso per indicare un gesto di
aiuto a chi ha bisogno, ma è un
significato riduttivo. La “caritas”,
come ha spiegato magnificamente Papa
Benedetto XVI nella sua enciclica
“Caritas in veritate”, ha il respiro
ampio, totale, globale. “E’
una forza che ha la sua
origine in Dio, Amore eterno e
verità assoluta” ;“è la principale
forza propulsiva
per il vero |
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Il professor
Luciani mostra il logo della
Associazione da lui fondata,
nel 1976. Allora si chiamava
ASCE (Azione Sociale
Cristiana Europea), nel 1993
ha preso l’attuale nome e
nel 1996 ha ottenuto il
riconoscimento da parte
della Santa Sede diventando
di diritto pontificio. |
sviluppo
di ogni persona e
dell'umanità intera”: deve
quindi essere l’anima della
politica e dell’economia. |
Politica non
significa amministrazione di una
comunità con l’applicazione fredda
delle regole. E tanto meno
amministrazione interessata al
successo personale o del movimento
ideologico cui si appartiene.
Politica è servizio. Il più nobile e
generoso. E quando questo esercizio
viene espletato con amore, diventa
una eminente forma di carità. Certo,
lo so bene che tutto questo può
sembrare utopico, irrealizzabile, ma
non è così. Lavoro a questi progetti
da una quarantina d’anni e i
risultati ottenuti dimostrano che è
una strada percorribile>>.
Come ho detto, tra il grande
pubblico, quello che legge i
giornali e vede la televisione,
pochissimi conoscono il professor
Luciani. Forse addirittura nessuno.
Anche perché è un tipo schivo,
riservato, lontano da ogni forma di
pubblicità. Ma è un personaggio
carismatico, incredibile, ben
conosciuto e stimato dalle
diplomazie di tutto il mondo e,
tramite le diplomazie, dai
rispettivi governi. Uomo con una
cultura immensa, cristiano totale,
con la sua associazione e le sue
opere è diventato da anni ormai un
formidabile interlocutore tra
opposte ideologie, tra Stati in
conflitto, un tessitore infaticabile
di dialoghi, di incontri, un
autentico missionario dei valori
universali quali la pace, i diritti
umani, il bene comune ed ha aperto
importanti strada per raggiungere
tappe storiche nel progresso civile
della nostra società.
Una di queste tappe riguarda proprio
Cuba. <<Cominciai a interessarmi di
Cuba nel 1986>>, mi ha raccontato il
professor Luciani. <<Avevo letto un
libro che riportava una lunga
intervista a Fidel Castro ed ero
rimasto colpito da alcune sue
affermazioni che palesavano il
desiderio di aprirsi a un dialogo
con la Chiesa cattolica. Feci, di
quel libro, una recensione che finì
nelle mani di Castro e dopo qualche
tempo fui chiamato dall'ambasciatore
cubano presso la Santa Sede, che, a
nome di Castro, volle conoscermi.
Il professor
Alfredo Luciani con i cinque
volumi della sua principale
opera che si intitola
“Cristianesimo e movimento
socialista in Europa
1789-/984”. Questi libri
ebbero una importanza
fondamentale nel cambiamento
dei rapporti di Fidel Castro
nei confronti della Chiesa
cattolica. |
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<<Avevo da poco pubblicato un'opera
in cinque volumi dal titolo
“Cristianesimo e movimento
socialista in Europa 1789-1984”.
Un'opera che era considerata
fondamentale per lo studio di quel
tema. Ne diedi una copia
all'ambasciatore cubano che la spedì
all'Avana. Castro la affidò a Felipe
Carneado, un personaggio chiave a
Cuba, compagno di Fidel fin dai
tempi della rivoluzione, membro del
Comitato centrale e della direzione
e responsabile per gli affari
religiosi. Carneado si entusiasmò
per la mia opera. Ne parlò con
Castro e poi con il professor
Fernando Rojas Arabs, rettore
dell'università dell'Avana.
Cominciammo a scambiarci messaggi,
opinioni, libri. All'inizio del 1988
fui invitato a Cuba per tenere una
serie
di conferenze. Rimasi a Cuba del 14
al 26 marzo 1988. La nostra
conoscenza si intensificò, la
simpatia divenne amicizia e
cominciammo a lavorare sul serio.
<<Durante quel soggiorno mi resi
conto che Fidel Castro cercava
seriamente un dialogo con la Chiesa
cattolica. Probabilmente, con il
passare degli anni, anche in lui
erano maturate convinzioni diverse,
idee nuove, una visione del
socialismo che aveva più punti di
contatto con la dottrina sociale
cattolica che non con le teorie
marxiste. Ma tutto questo non poteva
certamente essere detto. E se fosse
stato detto, non sarebbe stato
creduto. Bisognava dare tempo al
tempo. <<Fidel
era un marxista. Era legato
al materialismo ateo. Questo
era il suo ruolo politico.
In realtà, nel privato, le
cose erano diverse. Non aveva
dimenticato e tanto meno
rinnegato l'educazione
ricevuta da giovane. Fidel
ha studiato dai gesuiti. Io
ho visto anche le pagelle con i giudizi
dei gesuiti su Fidel studente. Erano
giudizi molto lusinghieri. Ho
incontrato i gesuiti che gli
avevano fatto scuola e
tenevano con lui ancora
buoni rapporti, lo
consideravano un ex allievo.
Un altro fatto strano che mi
colpi molto riguarda un
grosso complesso
per l'assistenza
agli anziani che si
trova al centro |
dell'Avana. E’ un
complesso statale, quindi finanziato
dallo Stato, ma gestito dalle suore.
Ho parlato con le suore e mi hanno
confermato di non aver mai avuto
ingerenze, imposizioni. Svolgevano
il loro lavoro in piena autonomia ed
erano contente. E’ chiaro che tutto
quello che stava avvenendo era
voluto da lui. Non interveniva di
persona, ma controllava e guidava
ogni passo. E questo per me era
molto significativo.
<<D'accordo con Felipe Carneado,
decidemmo di preparare un incontro
ufficiale tra studiosi cattolici e
studiosi cubani. In tutto questo
lavoro ci fu sempre di grandissimo
aiuto l'ambasciatore cubano presso
la Santa Sede Hermes Herrera
Hernandez. II convegno si tenne nel
gennaio 1990 e fu importantissimo.
Venne organizzato dalla mia
Associazione e dal "Centro de
Estudios Europeos" di Cuba. |
«Io portai una delegazione composta
da sei tra i più importanti teologi
europei: il gesuita francese padre
Jean-Yves Calvez della rivista
Etudes; il francescano portoghese
padre Manuel Da Costa Freitas,
professore di filosofia
all'università Cattolica di Lisbona;
il domenicano spagnolo padre Jordan
Gallego, professore di teologia a
Valenza; il gesuita italiano padre
Angelo Macchi, direttore della
rivista Aggiornamenti Sociali; il
saveriano padre Giovanni Battista
Mondin, docente di filosofia all '
università Urbaniana di Roma. La
delegazione cubana era molto
più numerosa, comprendeva
una ventina di persone Fu un
seminario fantastico.
Discutemmo sulla concezione
dell'uomo, della libertà,
della società economica, dei
rapporti tra Stato e
società, tra cultura e
religione. Le conclusioni del
convegno ebbero un
grande rilievo sulla
stampa cubana. Tutti gli atti
vennero inviati alle autorità
politiche, compreso Fidel Castro, e
anche alle autorità religiose. |
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Il professor
Alfredo Luciani con Giovanni
Paolo II. Papa Wojtyla ha
ispirato e seguito sempre
con molta attenzione
l’attività del professor
Luciani e della sua
Associazione. |
<<Credo sia stato quel convegno a
muovere definitivamente le acque. Un
anno dopo, nel 1991, Fidel aprì le
porte del Partito comunista anche ai
cattolici. Cominciò a permettere che
la Chiesa avesse attività sociali,
pubblicasse riviste. Insomma ci
furono chiari segni di cambiamento.
Noi continuammo il nostro lavoro
sotterraneo che certamente ha
contribuito molto alle conclusioni
che ora sono sotto gli occhi di
tutti>>.
Il professor
Luciani con Felipe Carneado
a Cuba nel 1988. Carneado,
stretto collaboratore di
Fidel Castro, membro del
Comita¬to centrale e della
direzione del Partito
Comunista, dopo aver letto
l’opera di Luciani sul
Socialismo, ne divenne un
grande ammiratore, lo
raccomandò a Castro, e
iniziò così quel lungo
dialogo che portò poi alla
visita di Papa Wojtyla a
Cuba nel 1998. |
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Cuba è uno dei tanti obiettivi cui
il professor Luciani e la sua
Associazione “Missionari della
carità politica” hanno dedicato anni
di lavoro sotterraneo.
<<Ultimamente>>, dice il professor
Luciani <<ci siamo impegnati nei
rapporti diplomatici dello Stato
d’Israele con la Santa Sede, per una
maggiore comprensione e stima fra
Cristiani e Ebrei. Altra iniziativa
importante riguarda l’Iran e il
nucleare pacifico. Ci lavoriamo da
tempo. La nostra Associazione
continua ad avere una particolare
attenzione per l’America Latina e
per i problemi che la agitano.
Attualmente, con l’Ambasciata del
Venezuela, stiamo riflettendo sul
socialismo del XXI secolo che il
presidente Hugo Chávez intende
sviluppare. Noi seminiamo,
agganciamo contatti, e attendiamo
che il Signore li faccia fruttare>>.
L’associazione “I Missionari della
Carità politica”, è una cosa molto
seria. Ha già ottenuto
l’approvazione della Santa Sede.
<<Ho fondato questa Associazione nel
1976 e si chiamava, allora, “Azione
Cristiana Sociale Europea”>>, dice
il professor Luciani. <<Era un
movimento che aveva come fine la
formazione dei cittadini più
impegnati nelle attività sociali e
politiche. Lungo il corso degli
anni, di fronte alle sfide lanciate
dai nuovi scenari della vita
sociopolitica, ho voluto focalizzare
l’attività della organizzazione
sulla “carità politica”, e nel 1993
è iniziato il nuovo corso
dall’Associazione. L’anno successivo
abbiamo ottenuto il riconoscimento
canonico dal Vescovo di Rieti; e il
27 settembre 1996, quello del
Pontificio Consiglio per i Laici che
ci dichiarava “Associazione
internazionale di fedeli di diritto
pontificio”. In Italia, con decreto
ministeriale del 27 luglio 2000, la
nostra associazione è stata eretta
in ente morale>>. |
<<Quali sono le caratteristiche
di questa sua Associazione?>>.
<<E’ un’associazione laica, in
perfetta sintonia con la Chiesa
Cattolica e con i principi
dell’insegnamento cristiano>>, dice
il professor Luciani. << Sono
convinto che “fare politica” sia
un’alta espressione di altruismo e
di amore per i propri simili.
Quindi, una vera “missione”. Ma ho
anche constatato che questo ideale
non si realizza quasi mai. Basta
guardarsi intorno, leggere i
giornali per capire che, anche ai
nostri giorni, la politica è in
crisi in tutti gli Stati del mondo.
E’ inquinata, inquieta, egoista,
disorientata. E la conseguenza di
questa situazione è dolorosa per la
gente. Mi sono sempre chiesto se sia
possibile cambiare le cose.
Interrogativo che si pongono tutti i
commentatori e gli analisti. Ognuno
propone ricette, cambiamento delle
regole, delle leggi elettorali,
questione etica, largo ai giovani,
ma con risultati finora nulli.
Studiando e ristudiando la storia
dei movimenti politici, le
ideologie, i governi, le cause delle
crisi, dei fallimenti mi sono
convinto che solo un grande ideale
spirituale potrebbe cambiare le
cose, e cioè la “carità”: quell’amore
che deriva dalla consapevolezza che
le persone sono valori assoluti, che
l’umanità è una grande famiglia e
che coloro che sono chiamati a
governarla devono sentirsi dei “veri
padri” di questa famiglia>>.
Quali sono le radici di questa
sua scelta di vita?
<<Ho sempre studiato con passione le
scienze che si interessano dell’uomo
e del suo vivere in comunità. In
particolare la politica,
responsabile del bene comune delle
nazioni. Ho dedicato anni ed anni di
ricerche a valutare ed esaminare
quali siano le ideologie migliori
per una politica giusta e mi sono
convinto che il mondo può essere
governato bene solo attraverso
l’amore. Un amore vero per gli
altri, amore disinteressato, libero,
generoso. Quell’amore di cui parlò
Gesù nel Vangelo e che è alla base
del Cristianesimo. Per questo, ad un
certo momento ho dato vita a un
movimento che si chiama
“Associazione internazionale
Missionari della Carità Politica”>>.
<<Come è strutturata la sua
associazione?>>
<<E’ retta da un organo centrale
costituito dal presidente e dal
Consiglio di presidenza, eletti dai
membri effettivi. I membri effettivi
sono fedeli laici di qualsiasi stato
di vita, che hanno risposto a una
vocazione interiore per impegnarsi a
servire gli altri nelle diverse
articolazioni e istituzioni della
comunità civile, sia nei posti di
gestione del potere sia nelle
strutture di base.
<<L’Associazione non ha iscritti.
Non è un movimento, un partito. Per
realizzare un ideale del genere,
occorre un impegno assoluto. E
quindi, le persone che si impegnano
non possono essere solo degli
aderenti, dei tesserati, ma devono
essere dei “consacrati” all’ideale,
persone che scelgono di dedicare la
vita attraverso una promessa solenne
fatta davanti a Dio. Ecco perché gli
aderenti sono dei “Missionari”.
E, data la delicatezza e
l’importanza della natura
della loro
missione, devono
essere persone con
una
straordinaria preparazione.
In genere sono
professionisti con un paio
di lauree, che svolgono un
lungo tirocinio pratico e
due anni di noviziato prima
di pronunciare la loro
adesione solenne nelle mani
del nostro assistente
spirituale che è monsignor
Giuseppe Molinari,
arcivescovo de L’Aquila>>. |
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Foto ingrandibile
Una immagine
curiosa che dimostra come il
professor Luciani scrive i
suoi libri. I cinque grossi
volumi (al centro della
foto) che costituiscono la
sua opera principale, furono
scritti a mano su enormi
rotoli di fogli, in modo che
la scrittura era
ininterrotta. Il professor
Luciani è autore una ventina
di opere socio-filosofiche,
tutte scritte in quel modo
originale. |
<<Quali obiettivi pratici vi
proponete di raggiungere?>>
<<Promuovere la giustizia e l’amore
all’interno di ciascuna nazione e
nei rapporti delle nazioni tra loro.
<<Divulgare il più possibile la
coscienza della fraternità e
universalità della famiglia umana.
<<Stimolare tra le diverse religioni
un dialogo delle opere tra cui si
devono evidenziare l'educazione alla
pace, la solidarietà verso il mondo
della sofferenza, la promozione
della giustizia sociale e dello
sviluppo integrale dei popoli.
<<Contribuire, alla luce della
dottrina sociale della Chiesa, a
rendere la politica un laboratorio
trasparente di idee, di proposte, di
progetti e di realizzazioni conformi
alla dignità e ai diritti
fondamentali della persona>>.
<<Obiettivi straordinari: e come
li realizzate?>>
<<Io ho pensato che per far
conoscere le nostre idee sulla
politica, bisogna mirare al cuore
della politica stessa. Quindi, ai
governi, ai governanti, ai dirigenti
delle nazioni. Sono convinto che
tutti gli uomini, in fondo al loro
cuore, non sono cattivi. Siamo tutti
figli di Dio e nessuno può sradicare
dal proprio essere questo legame con
il Padre. Neppure i politici. Ma gli
egoismi, la corruzione, le rivalità,
la sete di potere elevano barriere,
confini, inquinano le relazioni
umane, fanno crescere i pregiudizi,
fomentano odi, risentimenti,
vendette e guerre. Per evitare tutto
questo occorre dialogo, conoscenza,
scambio di vedute, discussioni
pacifiche. Soprattutto nelle classi
dirigenti perché le loro convinzioni
si riflettono poi automaticamente
sulle masse. Mi sono guardato
intorno ed ho individuato un canale
di comunicazione che mi sembra
straordinario: gli Ambasciatori dei
vari Stati del mondo presso la Santa
Sede.
<<In genere, gli Ambasciatori presso
la Santa Sede sono persone che hanno
alle spalle una notevole esperienza,
essendo già stati Ambasciatori in
altre Nazioni. Lo Stato del Vaticano
non fa politica ma promuove valori
universali, umani e spirituali. E’
la suprema autorità spirituale del
mondo. Quindi, gli Stati inviano
come loro rappresentanti presso la
Santa Sede persone particolarmente
sensibili ai valori universali e ho
pensato che potevano essere gli
interlocutori ideali per il mio
progetto. Attraverso loro avrei
potuto venire a contatto con i
politici degli Stati che
rappresentano e far conoscere anche
a loro le mie idee.
<<Ho cominciato a frequentare gli
Ambasciatori, a conoscerli,
scoprendo persone stupende. Ricche
di valori sorprendenti. Felici del
mandato ricevuto. E felici di
trovare, nella nostra Associazione,
un luogo dove incontrare i colleghi,
conversare, scambiare idee. Ho
cominciato a organizzare conferenze
saltuarie e alla fine del 1996 è
nata una consuetudine che è
diventata ormai solida: gli
“Incontri del mercoledì di Carità
Politica” che consentono agli
ambasciatori di approfondire temi
che fanno parte dell’insegnamento
della Chiesa cattolica.
<<Questi ambasciatori sono gli
alleati più straordinari che avrei
potuto sognare. Come ambasciatori,
non agiscono mai di propria
iniziativa. Quando io chiedo a
qualcuno di venire a tenere una
conferenza nella nostra sede, mi
risponde che ha bisogno di tempo per
decidere. In realtà, dove parlare
con il proprio governo, riferire il
tema della conferenza, redigere il
testo e farlo approvare. In questo
modo, ciò che poi l’ambasciatore
dirà nella sua conferenza rispecchia
in pieno il pensiero dello Stato che
rappresenta. Gli altri ambasciatori,
che partecipano alle conferenze,
vengono così a conoscere il pensiero
di quel governo su quello specifico
argomento, e i loro interventi,
nella discussione che segue,
rispecchiano le direttive del
proprio governo. Nasce così un
dialogo, indiretto e a distanza, fra
i vari Stati, dialogo che è una
“osmosi” di idee. E questo va avanti
da 14 anni. Io poi ho sempre
pubblicato gli atti degli incontri e
degli interventi, inviandoli a tutti
gli ambasciatori e ai loro
rispettivi governi. Insomma,
attraverso piccoli incontri a Roma,
si diffondono idee e progetti presso
i governi del mondo. Ritengo sia una
strada giusta, e l’ho percorsa>>.
<<Con quali risultati concreti?>>
<<Prima di tutto, risultati tra gli
stessi Ambasciatori. Sono molto
interessati ai valori che la nostra
Associazione si prefigge di
divulgare. Qui da noi si incontrano
e fanno amicizia anche ambasciatori
di Stati che tra di loro non hanno
alcuna relazione, anzi sono nemici,
sono in guerra. E queste conoscenze
sono preziosissime.
<<Gli ambasciatori, a loro volta,
portano le conoscenze, le
impressioni, le convinzioni che
hanno maturato da noi ai loro
governi. Le idee circolano, si
annidano nei cuori, fermentano. Noi
siamo dei seminatori, dei
preparatori di dialoghi. Altri sono
destinati a mietere, a concludere, a
realizzare. E questo, fortunatamente
è già avvenuto in diverse occasioni.
A Cuba, per esempio>>.
Renzo Allegri
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