Nel centenario
della nascita, ricordi di una donna molto speciale,
dalla bontà senza confini
Quando Madre Teresa mi serviva la colazione
19/07/2010
di Renzo Allegri
In
molte parti del mondo sono in corso
manifestazioni per ricordare il
centenario della nascita di Madre
Teresa di Calcutta, che cade il 26
agosto. Grandi cerimonie in India, a
Calcutta, dove la Madre è vissuta
per la maggior parte della sua
esistenza terrena e dove è sepolta,
in Albania, dove era nata, ma
ovunque, numerosissime sono le
piccole iniziative, a livello
popolare, nelle parrocchie e nella
associazioni di volontariato,
soprattutto organizzate dai giovani
per ricordare questa straordinaria
figura.
Con Padre Pio e
Giovanni Paolo II, Madre Teresa è
stata una delle persone che hanno
profondamente segnato la storia del
cristianesimo del nostro tempo.
Padre Pio, con la fiamma della sua
altissima esperienza mistica;
Giovanni Paolo II con il vento
impetuoso dell’azione e dei continui
viaggi apostolici; Madre Teresa con
l’amore, nudo e assoluto, verso gli
ultimi. Le loro vicende, i loro
insegnamenti, i loro esempi hanno
toccato credenti e non credenti, e
continuano ad essere vivi.
Tutti coloro che
hanno conosciuto Madre Teresa sono
in possesso di ricordi straordinari.
Soprattutto le persone che sono
vissute accanto a lei. Ma anche i
giornalisti che l’hanno avvicinata
per lavoro. Noi giornalisti, proprio
grazie alla nostra professione, ci
troviamo, e non raramente, a
incontrare i personaggi più
disparati. Per quarant’anni ho fatto
l’inviato speciale in grandi
settimanali ed ho conosciuto e
intervistato una folla sterminata di
persone famose: artisti, politici,
scienziati, campioni dello sport,
divi dello spettacolo, protagonisti
di fatti di cronaca, assassini e
anche santi.
Tra i “santi”, ci sono stati Padre
Pio, Madre Teresa, Giovanni XXIII,
ma anche altri, il cui processo di
beatificazione è in corso, come
Giovanni Paolo II, Madre Speranza,
Giorgio La Pira, Marcello Candia,
Fra Cecilio Cortinovis e altri. Su
tutti ho scritto articoli e anche
libri. Di tutti conservo ricordi
speciali, perché queste persone
hanno un carisma irresistibile e una
volta conosciuti è impossibile
dimenticarli. Rappresentano la vita
nella sua accezione essenziale ed
eterna, e trasmettono speranze che
oltrepassano le barriere del tempo.
Su tutti, il ricordo più vivo, è
quello legato a Madre Teresa.
Per una serie di strane coincidenze,
con lei ho avuto diversi incontri,
lunghe conversazioni, viaggi in
macchina. Posso dire che avevo per
lei affetto profondo, e lei mi
dimostrava una benevolenza tale che
io giudicavo amicizia e la mia
superficiale vanità mi ha spinto a
volte ad approfittarne, chiedendo
anche favori che già in partenza io
stesso giudicavo “impossibili”.
Eppure, nella sua infinita bontà, la
Madre trovava sempre il modo di
accontentarmi..
Incredibile. Sono
certo che tutti coloro che hanno
avvicinato
Madre
Teresa, hanno constatato questa sua
amorosa disponibilità. Era
certamente una grande santa ma
insieme una donna di una sensibilità
umana così deliziosa, di una bontà
d’animo così grande da sentirsi
triste se non riusciva ad
accontentare chi le chiedeva qualche
cosa.
Ho scritto tanti
articoli su Madre Teresa, e anche
alcuni libri. Ora, per il centenario
della sua nascita, ho raccolto in un
volumetto, edito dalla casa Editrice
Ancora, alcuni ricordi e soprattutto
“le parole” che nei vari incontri la
Madre mi ha regalato. Non amava
molto parlare. Ma quando lo faceva,
era estremamente affascinante con
quel suo modo essenziale e incisivo
di esporre i suoi pensieri. Parlava
preferibilmente per immagini. I suoi
ragionamenti erano una sequenza di
fatti che portavano a una
inevitabile conclusione.
Il mio libro si
intitola “Madre Teresa mi ha detto”.
Titolo pretenzioso. Forse solo chi è
vissuto a lungo accanto alla suora
di Calcutta potrebbe usare per un
libro un titolo del genere, e non è
il mio caso. Io ho conosciuto Madre
Teresa, l’ho intervistata diverse
volte, ma nulla di più. Però, come
ho detto, proprio e solo per la sua
benevolenza, mi sentivo a lei molto
vicino e quel titolo, “Madre Teresa
mi ha detto”, rispecchia una
straordinaria realtà.
Nel 1965,
leggendo un libro di Pier Paolo
Pasolini, trovai alcune righe
dedicate a Madre Teresa che lo
scrittore aveva incontrato durante
un suo viaggio in India. Il fatto
che Pasolini fosse stato molto
colpito dalla suora, mi incuriosiva.
Fu il primo contatto. Cominciai a
raccogliere informazioni e ogni
nuovo dato faceva aumentare la mia
curiosità. Decisi che dovevo
incontrare e intervistare quella
suora. Ci riuscii dopo un’attesa di
quindici anni. Ma non si trattò di
una intervista. Fu l’inizio di una
serie di incontri.
Gli aspetti che mi colpirono subito
in lei furono una sensibilità umana
grandissima e una bontà sconfinata.
Io ero un giornalista qualsiasi, in
pratica uno scocciatore che le
faceva perdere tempo. Ma anche
quando mi dilungavo in domande forse
inutili e a volte poco pertinenti
non ho mai visto sul suo viso il più
piccolo segno di contrarietà.
Quando
era a Roma, e le chiedevo di
vederla, mi dava appuntamento nel
conventino al Celio, dove c’è la
Casa madre delle suore da lei
fondate, le Missionarie della
carità. Diceva: “L’aspetto domattina
alle cinque e mezzo”. A quell’ora,
nel conventino c’era la Messa
riservata alle suore e la Madre
desiderava che, prima di parlare con
me, ci trovassimo uniti nella
preghiera. Arrivavo puntuale e
trovavo, sulla porticina del
convento, una suora che mi aspettava
e mi accompagna nella cappellina.
Seguivo la Messa accanto alla Madre,
che stava inginocchiata sul
pavimento, in fondo alla cappellina.
Per me, invece, faceva preparare un
inginocchiatoio comodo e anche una
sedia. Dal mio posto, potevo
osservare tutte le suore e anche la
Madre, che non faceva proprio niente
di speciale. Era rannicchiata su se
stessa, quasi a formare una palla, e
stava concentrata nell’orazione
silenziosa come se non esistesse. Ma
proprio da quella posizione di
annullamento anche fisico,
trasmetteva una energia potente e
infinite considerazioni che lunghe
conversazioni non sarebbero state in
grado di suggerire.
Dopo la Messa, la suora che mi aveva
accolto mi accompagnava in una
stanzuccia del conventino, dove
infallibilmente, poco dopo, arrivava
la Madre con un vassoio per la
colazione. Madre Teresa mi serviva
la colazione. Non permetteva di
farlo a una delle sue suore, magari
a quella che mi aveva accolto sulla
porta del conventino. Voleva farlo
lei. La prima volta ero confuso e
cercai di impedirglielo, dicendo che
non avevo fame, che al mattino non
mangiavo mai. Ma aveva intuito il
mio imbarazzo e non ci fu modo di
fermarla. Mi serviva con un
commovente amore materno. Caffè,
latte, marmellata, fette biscottate.
Si preoccupava che mangiassi. E
quelle sue attenzioni parlavano più
delle interviste. Poi, alla fine
della colazione, mi concedeva il suo
tempo. Io prendevo i miei appunti
con le domande, accendevo il
registratore e lei rispondeva.
Riascoltando quelle conversazioni,
mi rendo conto che le mie domande
erano a volte stupide, inutili,
superficiali, ma lei sempre
rispondeva con calma portando la
conversazione su tematiche
importanti o evidenziando, di certi
fatti, l’aspetto nel quale si
concentrava l’insegnamento.
Come ho detto, quando avevo preso
una certa confidenza le chiesi anche
dei favori poco pertinenti con il
suo stato di religiosa.
Un giorno le chiesi se accettava di
fare da madrina a un battesimo.
A
Natale del 1985, Al Bano, il famoso
cantante pugliese, era diventato
padre per la terza volta: una
bambina, Cristel. Siamo molto amici,
fin dagli esordi della sua carriera.
Sono stato anche testimone di nozze
al suo matrimonio con Romina Power e
lui ha tenuto a battesimo uno dei
miei figli. Un’amicizia che, con il
tempo, è diventata quasi una
parentela. A maggio del 1986,
Cristel aveva già cinque mesi e non
era ancora stata battezzata. Sapevo
che Al Bano aveva una solida e
concreta fede religiosa. Gli chiesi
perciò come mai non avesse ancora
battezzato la figlia. Mi disse che
continuava rimandare la cerimonia
del battesimo perché non voleva che
il rito religioso si trasformasse in
una gazzarra, con fotografi e
giornalisti, come era accaduto per
il suo matrimonio. Cercava
un’occasione per una cerimonia
religiosa privata, e mi chiese di
aiutarlo a organizzarla, magari a
Roma. Lo feci volentieri. Parlai con
il vescovo slovacco monsignor Pavel
Hnilica. Una persona straordinaria,
un santo anche lui, amico di Madre
Teresa ed era stato lui a
presentarmi alla suora. Chiesi a
monsignore se poteva battezzare la
figlia del mio amico. E gli chiesi
anche se fosse stato possibile avere
Madre Teresa come madrina. <<Non
credo proprio>>, disse il vescovo.
<<Ma ti consiglio di chiederglielo
direttamente, è una donna
imprevedibile>>. La Madre era a
Roma. Mi feci coraggio e glielo
chiesi. Mi guardò seria, poi
rispose: “Come religiosa, non posso
prendermi questa responsabilità
giuridica. Ma posso fare da madrina
spirituale>>. E così avvenne. Il
battesimo fu celebrato nella
cappella privata del vescovo. Alla
bambina vennero dati i nomi di
Cristel, Maria Chiara e Teresa. Un
solo fotografo era presente e le
foto vennero poi diffuse
gratuitamente in tutto il mondo,
pubblicate ovunque, anche in
Giappone.
Due anni dopo,
nell’agosto del 1988, alcuni amici
mi parlarono di una storia molto
commovente. Una giovane coppia di un
paesino vicino al Lago di Bracciano,
aveva avuto cinque gemelli. Come
spesso accadde in quei casi, i
piccoli furono tenuti per diverso
tempo in incubatrice. In pratica,
furono salvati dall’amore
grandissimo dei loro genitori e
dalle cure dei medici.
Quando finalmente uscirono
dall’ospedale, si pensò al
battesimo. <<Bisogna fare una grande
festa>>, dicevano gli amici della
coppia. Uno chiese a me di
organizzare qualcosa per attrarre
l’attenzione dei giornali. Pensai a
Madre Teresa. Ero certo che,
conosciuta la storia, avrebbe
accettato. E fu così. La cerimonia
si tenne nella chiesetta antica di
Santa Maria di Galeria. Ognuno dei
cinque gemellini aveva un suo
padrino, come è previsto dalla
Chiesa, ma tutti ebbero Madre Teresa
di Calcutta quale loro “madrina
spirituale”. La Madre, benchè piena
di impegni, dedicò mezza giornata a
quel battesimo. Si fece accompagnare
sul lago di Bracciano e partecipò a
tutta la cerimonia. I giornali
naturalmente scrissero, pubblicarono
fotografie e ci fu grande festa.
Quando
penso a Madre Teresa, l’immagine che
mi si presenta subito alla mente è
lei in preghiera. La prima volta che
viaggiai in macchina con lei, ebbi
l’onore di sederle accanto. Dovevamo
spostarci dalla Casilina, in
periferia di Roma, dove c’è una casa
delle “Missionarie della carità”, al
Vaticano, dove la Madre sarebbe
stata ricevuta dal Papa. Avevamo
parlato a lungo quella mattina e
avevamo fatto tardi. Salimmo in
macchina. Guidava il fratello di
monsignor Hnilica. Il vescovo
sedette accanto al proprio fratello
e io accanto a Madre Teresa.
La macchina partì velocissima perché
avevamo fretta, eravamo in ritardo.
Non si poteva assolutamente fare
aspettare il Papa. Madre Teresa
guardava dal finestrino. Il suo viso
era sereno. Dopo qualche minuto, la
Madre ci chiese di pregare con lei.
Si fece il segno della croce, da una
tasca del suo sari estrasse un
rosario. Pregava adagio, con voce
sommessa, recitando il “Padre
Nostro” e le “Ave Maria” in latino.
Noi pregavamo con lei..
La macchina sfrecciava nervosa nel
traffico caotico e intenso. A volte
si fermava bruscamente, sterzava di
scatto, ripartiva imperiosa,
abbordava le curve temerariamente,
veniva sfiorata da altre auto,
impazienti e aggressive, che
lanciavano minacce con lancinanti
colpi di claxon. Io ero aggrappato
alla maniglia e guardavo con
preoccupazione l'autista, bravissimo
ma spericolato. Madre Teresa,
invece, era assorta nella preghiera
e non si accorgeva di niente.
Rannicchiata sul sedile, era in
colloquio con Dio. Aveva gli occhi
socchiusi. Il volto rugoso, piegato
sul petto, era trasfigurato.
Sembrava quasi emanasse luce.
Le parole della preghiera uscivano
dalle sue labbra precise, chiare,
lente, quasi si fermasse ad
assaporare il significato di ognuna.
Non avevano la cadenza di una
formula continuamente ripetuta, ma
la freschezza del dialogo, di una
conversazione viva, appassionata.
Sembrava che la Madre parlasse
realmente con una presenza
invisibile.
Un giorno le chiesi, all’improvviso:
<<Ha paura di morire?>>.
Ero a Roma da alcuni giorni. L’avevo
incontrata un paio di volte ed ero
andato a salutarla perché tornavo a
Milano. Lei mi guardò quasi a voler
capire la ragione della mia domanda.
Pensai di aver fatto male a parlare
di morte e cercai di correggere il
tiro. <<La vedo riposata>>, dissi.
<<Ieri, invece, mi sembrava molto
stanca>>.
<<Ho riposato bene questa notte>>,
rispose.
<<Negli ultimi
anni lei ha subito alcuni interventi
chirurgici piuttosto delicati, come
quello al cuore: dovrebbe
riguardarsi, viaggiare meno>>.
<<Me lo dicono tutti, ma io devo
pensare all'opera che Gesù mi ha
affidato. Quando non servirò più,
sarà Lui a fermarmi>>. E cambiando
argomento, chiese: <<Dove abita?>>.
<<A Milano>>,
risposi. <<Quando torna a casa?>>.
<<Spero questa sera stessa. Vorrei
prendere l'ultimo aereo, così,
domani, che è sabato, posso stare in
famiglia>>.
<< Ah, vedo che lei è felice di
tornare a casa, dalla sua
famiglia>>, disse lei sorridendo.
<<Manco da quasi
una settimana>>, risposi per
giustificare il mio entusiasmo.
<<Bene bene>>, aggiunse. <<E’ giusto
che lei sia contento. Va a trovare
sua moglie, i suoi bambini, i suoi
cari, la sua casa. E giusto che sia
così>>.
Rimase ancora per
alcuni attimi in silenzio, poi,
riallacciandosi
alla
domanda che le avevo fatto,
continuò: <<Io sarei contenta come
lei se potessi dire che questa sera
muoio. Morendo andrei a casa
anch'io. Andrei in paradiso. Andrei
a trovare Gesù. Io ho consacrato la
mia vita a Gesù. Diventando suora,
sono diventata la sposa di Gesù.
Vede, porto l'anello al dito come le
donne sposate. E io sono sposata a
Gesù. Tutto quello che faccio qui,
su questa terrà, lo faccio per amore
suo. Quindi, morendo, tornerei a
casa. Dal mio sposo. Inoltre, lassù,
in paradiso, troverei anche tutti i
miei cari. Migliaia di persone sono
morte tra le mie braccia. Sono ormai
più di quarant'anni che dedico la
mia vita agli ammalati e ai
moribondi. Io e le mie suore abbiamo
raccolto per le strade, soprattutto
in India, migliaia e migliaia di
persone in fin di vita. Le abbiamo
portate nelle nostre case e le
abbiamo aiutare a morire serene.
Molte di quelle persone sono spirate
tra le mie braccia, mentre io
sorridevo loro e accarezzavo i loro
volti tremanti. Ebbene, quando
muoio, io vado a trovare tutte
queste persone. Sono là che mi
aspettano. Ci siamo voluti bene in
quegli attimi difficili. Abbiamo
continuato a volerci bene nel
ricordo. Chissà quale festa mi
faranno vedendomi. Come posso aver
paura della morte? Io la desidero,
l'aspetto perché finalmente mi
permette di tornare a casa>>.
In genere, nelle
interviste, e anche nelle
conversazioni, Madre Teresa era
concisa, dava risposte brevi e
veloci. In quell'occasione, per
rispondere a quella mia strana
domanda, aveva affrontato un
autentico discorso. E mentre diceva
quelle cose, i suoi occhi
sfavillavano di una serenità e di
una felicità sorprendenti.
Renzo Allegri
Foto
(ingrandibili):
1)
Un’immagine sorridente di Madre
Teresa. Nata a Skopje (attuale
capitale della Macedonia) il 26
maggio 1910, è morta a Calcutta, in
India, il 5 settembre 1997. Ha
dedicato la sua esistenza ai “più
poveri tra i poveri”. Nel 1979 è
stata insignita del Premio Nobel per
la pace. Il 19 ottobre 2003,
Giovanni Paolo II l’ha proclamata
beata.
2)
Madre Teresa e Giovanni Paolo II. Il
Papa polacco aveva una grandissima
ammirazione per questa suora e volle
che aprisse una casa di accoglienza
per i più poveri tra i poveri anche
dentro le mura del Vaticano.
3)
Madre Teresa con il vescovo slovacco
Pavel Hnilica, di cui era molto
amica. Fu monsignor Hnilica a
convincerla ad aprire le sue prime
case a Roma.
4)
In primo piano, il libro “Madre
Teresa mi ha detto” nel quale il
giornalista Renzo Allegri ha
raccolto i ricordi dei suoi vari
incontri con la suora. Sullo sfondo,
l’autore.
5)
Madre Teresa con il cantante Al Bano
e sua moglie Romina Power, nel
maggio del 1986, quando la suora fu
“madrina spirituale” al battesimo di
Cristel, terzogenita di Al Bano e
Romina. Il battesimo venne celebrato
dal vescovo monsignor Pavel Hnilica,
a sinistra nella foto.
6)
Madre Teresa raccolta in preghiera.
La suora è famosa per la sua enorme
attività a favore dei “più poveri
tra i poveri”. Ha fondato case di
accoglienza e di aiuto in 133 Paesi
nel mondo. Ha trascoro la vita a
girare, a organizzare. Eppure,
diceva sempre: <Noi
non siamo suore di “vita attiva”, ma
siamo delle “contemplative che
vivono nel mondo”>>. .
La sua preghiera era continua.
|