<<Siamo un gruppo di
persone innamorate dei nostri amici Boxer. E per amore di questi nostri cani
abbiamo fondato una associazione no profit che ha lo scopo di aiutare i cani
sfortunati. Quelli, cioè, che, per ragioni varie, vengono rifiutati dai loro
padroni. Noi ci diamo da fare per reinserirli in un nuovo ambito familiare che
garantisca loro di essere amati>>.
Così si sono presentati i fondatori di
“Aiutami Rescue Boxer Team”, una associazione italiana, unica nel suo genere,
che si occupa di soccorrere cani in difficoltà, in particolare i Boxer. Persone
che non giudicano i cani dalla loro bellezza fisica, dal pedigree, dalla
prestanza, dal pregio della razza, dall’utile che ne possono trarre, ma solo dal
fatto che sono esseri viventi, sensibili e in stato di sofferenza. Queste
persone sono dei veri “angeli custodi dei boxer” e costituiscono un meraviglioso
“Pronto intervento canino”. Quando vengono a sapere che un cane è in pericolo,
corrono, prendono l’animale, a volte addirittura lo riscattano pagando, lo
portano nella loro sede, lo curano, e poi cercano di trovare per lui una nuova
famiglia che possa adottarlo dandogli amore e protezione.
<<E’ un lavoro delicato>>, dicono. <<Non è facile trovare
qualcuno pronto a prendersi cura di un cane magari vecchio e ammalato. Ma
esistono anche queste persone. E sono tante. In cinque anni abbiamo salvato e
sistemato in questo modo circa 500 cani>>.
La sede legale dell’Associazione si trova a Santarcangelo di
Romagna, in provincia di Rimini, ma la sede operativa è a Parma. A Parma è nata
l’idea di questa organizzazione, a Parma sostano i cani recuperati, soggiornando
in pensioni convenzionate, in attesa di una sistemazione,
Marialaura |
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<<Come è nata la vostra Associazione?>>, chiedo a
Marialaura Romanini, una delle fondatrici.
<<Un giorno di sei anni fa>>, racconta <<io e Alessia abbiamo
conosciuto un tale che aveva una cucciolata di boxerini da sistemare. Ci siamo
dati da fare. Telefonate, passa parola e abbiamo risolto il problema. Ma mentre
eravamo impegnate in questo compito, abbiamo conosciuto altri problemi. Persone
che volevano liberarsi di quello che era stato un loro amico, ma che non lo era
più. Il cane era invecchiato o si era ammalato o si era ferito, insomma non
serviva più. E la sorte di questi cani “rifiutati” è terribile: a volte,
finiscono a catena, in un angolo della proprietà, dove rimangono soli giorno e
notte, spesso senza cibo e senza acqua. Oppure vengono abbandonati lontano da
casa dove non è più possibile per loro tornare. Nella maggior parte di casi,
vengono fucilati. Il cinismo umano è senza limiti. E di fronte a quei casi,
abbiamo sentito che dovevamo fare qualche cosa. Non sapevamo “che cosa”, ma
parlando con altre nostre amiche abbiamo focalizzato l’essenza di quella che
sarebbe diventata poi la nostra associazione>>.
Quanti siete?
<<Quelli impegnati a tempo pieno, pronti a intervenire in
ogni momento, siamo noi soci fondatori, e siamo in dodici: Alessia, io, Daniele,
Emanuela, Pietro, Laura, Lucetta, Marina, Linda, Andreanna, Luca e Silene. Ci
danno una mano valida i nostri parenti, per esempio mia
madre
Loredana, e anche gli amici. |
Poi, mano a mano che venivamo conosciuti, accanto a noi si è
costituita una rete di collaboratori, informatori, simpatizzanti, aiutanti
saltuari che formano un vero e proprio piccolo esercito>>.
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Il vostro compito, quindi, è quello di trovare una
sistemazione per cani in difficoltà.
<<Sì, ma non solo. Noi vogliamo che i cani strappati alla
sofferenza vivano bene. Per cui, ci teniamo in contatto con le persone alle
quali li affidiamo. Nel caso non vengano trattati bene, (ma questo è accaduto
solo poche volte) ce li riprendiamo e cerchiamo una nuova sistemazione>>.
Marialaura con Roberto Allegri, scrittore e
giornalista, autore di vari libri sui cani.
Nella foto è con il suo
cane
Haydn |
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Il recupero, le cure, i viaggi, la permanenza in pensioni in
attesa dell’affido, tutto questo ha un costo: chi paga?
<<Noi, le nostre famiglie, i nostri amici. Qualche offerta ci
viene anche da chi adotta un cane. Ci diamo da fare con iniziative varie:
andiamo a vendere nei mercatini oggetti artigianali da noi confezionati. Uno dei
nostri, Daniele, che si dedica all’associazione con tutto se stesso, è
bravissimo a creare piccoli souvenir con l’immagine del boxer e noi li vendiamo.
Organizziamo lotterie, pranzi sociali, manifestazioni. Non abbiamo nessuna
sovvenzione e quindi dobbiamo inventarci di tutto per trovare i soldi che ci
servono>>.
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Nei giorni scorsi, l’Associazione ha organizzato un raduno
annuale con molte delle persone che hanno in affidamento i boxer, Un incontro e
un pranzo sociale, in un posto bellissimo, sulle colline di Salsomaggiore,
all’interno del Giardino Botanico Gavinell , dove il ristorante è attorniato da
prati e boschi e dove i cani hanno potuto passeggiare e anche fare grandi corse.
Prima del pranzo, in una sala ottagonale, con le pareti di vetro, che
permettevano di avere la sensazione di essere seduti in mezzo alla natura, gli
organizzatori hanno dato un resoconto dettagliato della attività svolta. <<Nel
corso del 2012 sono stato salvati e dati in adozione quasi cento cani>>, ha
spiegato Marina Canducci, presidente della Associazione. Ed ha illustrato le
storie di alcuni di questi cani salvati, storie a volte drammatiche, per fortuna
sempre con un lieto fine, grazie agli “angeli dei boxer” e alla bontà di tante
persone sensibili alle sofferenze degli animali.
Luca Meneghetti con la collaboratrice Silene |
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<<Bisogna tener presente>>, ci ha spiegato
Marialaura <<che gli esemplari che noi
soccorriamo e salviamo, non sono cuccioli
affettuosi e deliziosi. In genere, come ho
già detto, sono cani adulti, con un passato
alle spalle di grandi sofferenze: femmine
che sono state sfruttate da allevatori senza
scrupoli: le hanno fatte figliare tre,
quattro volte l’anno e poi, divenute ormai
inservibili, le vogliono sopprimere; oppure
cani ammalati; cani che una famiglia, pur
amandoli, non può più tenerli a causa di
cambiamenti di casa, di crac finanziari, di
allergie, e mille altri cose. Insomma, i
nostri cani sono sempre pieni di problemi.
Quindi è difficile trovare persone disposte
a prenderli.
A volte, le sofferenze subite hanno
incattivito questi cani e allora prima, di
affidarli, li diamo a un grande esperto, un
famoso allenatore,
Luca
Meneghetti, anche
lui socio della
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Associazione, che è bravissimo a spiegare ai cani che noi vogliamo loro bene. E
i cani lo comprendono subito>>. |
Può raccontarci qualche storia?
Tabata prima e dopo
l'adozione |
<<Ecco, guardi, questa è Tabata>>, dice Marialaura
mostrandoci la foto di una boxerina di circa due anno. <<Ci è stata segnalata da
alcuni volontari di Nettuno. Aveva un tumore maligno alla bocca che continuava a
crescere. Il padrone voleva sopprimerla. Venne recuperata dai volontari e
spedita a noi. Era in uno stato pietoso. Non riusciva più ad aprire le bocca per
mangiare. Abbiamo consultato dei bravi veterinari. Dissero che si trattava di un
tumore maligno, ma che si poteva tentare un intervento. Le hanno tolto tutta la
mandibola inferiore, costruendone una artificiale per poter permetterle di
mangiare. L’intervento ci è costato 8 mila euro, ma l’abbiamo salvata. Tabata è
stata poi adottata da Antonella Corsini , una signora di Mantova, è
autosufficiente e vive felice.
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<<Questo è Achille>>, dice
Marialaura mostrandoci un’altra fotografia
<< E’ nato con una malformazione
muscolo-scheletrica.
Ha tutti e due gli arti
posteriori completamente rigidi. E’
inoperabile. Andreana, una nostra associata,
l’ha accolto in famiglia.
Con l’aiuto di massaggi e una
particolare riabilitazione, il cane può
stare in piedi, muoversi, giocare.
E’autosufficiente e dimostra una
gran voglia di vivere. |
<<Cuba e Magy vivevano in
una cascina, alla periferia di Roma, legate
a catena e quindi costrette a mangiare e a
dormire nel fango e nello sterco. Presero
una terribile dermatite che invadeva tutto
il corpo. Cuba non è ancora riuscita a
guarire completamente. Inoltre, Cuba aveva
una gamba fratturata.
Laura di Treviso era venuta da noi perché
voleva adottare un boxer giovane, maschio,
bello e cucciolo. Quando, però, ha visto
queste due sorelle, si è commossa ed ha
deciso di prendersi cura di Magy. Ma queste
due sorelle erano felici stando insieme. La
separazione avrebbe procurato loro un dolore
mortale. Così Laura se le è portate a casa
tutte e due.
Magy, purtroppo, è morta per leucemia, e
allora Laura ha adottato Olmo che vive con
Cuba.
<<In quest’altra foto
(a destra)
si vede Alessia, quella che con me ha avuto
l’idea dell’Associazione. E con Ganz. Il
cane era di una persona che non poteva più
tenerlo.
Sapeva che Alessia aveva quattro boxer e le
ha chiesto se poteva ospitare per un po’ di
tempo anche il suo. Ma poi quel signore non
si è più fatto vivo e Alessia vive con
cinque boxer.
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<<Costola è una boxerina bianca che arriva da un pessimo
canile di Puglia. Le volontarie che ce l’hanno segnalata l’avevano
soprannominata “costola” perché era uno scheletro ambulante. Magra. Trasparente.
E’ arrivata da noi e aveva un sacco di malanni.
L’abbiamo curata e adesso vive
felice ed è anche molto fortunata perché è stata adottata da un signore di
Torino, Ferrero, pensionato, che la adora. Tutti i giorni la porta a fare lunghe
passeggiate nei boschi. Sono inseparabili. D’estate, Ferrero va a fare le
vacanze al mare e si porta sempre anche Costola. |
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<<Milly viene da un canile lager del Sud. Alcuni volontari,
dopo averla tolta da quell’inferno, l’hanno portata fino a Bologna dove sono
andata a prenderla. Quando l’ho messa in macchina pensavo che mi morisse per
strada. Era piena di piaghe, soprattutto sulle gambe e non riusciva a reggersi.
L’abbiamo curata, si è ripresa bene e adesso vive felice a Brescia, adottata da
una signora inglese.
Milly
prima (a sinistra) e dopo (in alto)
l'adozione |
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Bruno
prima e dopo
l'adozione |
<<Bruno è un american Bull. Viveva vicino a Napoli, presso
dei contadini che lo avevano relegato in un box dove non c’erano aperture. Senza
cibo e senza acqua, sotto il sole. Il veterinario, che andava da questi
contadini per curare le mucche, lo vide e, impietosito, aveva fatto un buco nel
terreno per inserire nel box un po’ d’acqua e un po’ di cibo. Ci ha telefonato e
siamo riusciti a farci dare il cane. Era mal ridotto. Pieghe sul corpo e tutto
un problema agli occhi Lo abbiamo messo in pensione per curarlo, in attesa di
trovargli una sistemazione. Un giorno lo ha visto un signore di Parma, Aurelio,
ed è stato amore a prima vista. Lo ha preso, lo ha curato. Lo ha fatto operare
agli occhi ed ora Bruno è sano, felice, un amico affettuoso e inseparabile per
il suo padrone, Aurelio.
Muso
prima e dopo
l'adozione |
<<Una storia straordinaria è anche quella di Evita e Muso.
Evita l’avevamo trovata in un canile di Mantova, dove si trovava da anni. Era
vecchissima, con il pelo completamente bianco. Il canile era costituito da un
capannone che conteneva oltre 400 animali, che facevano un rumore e un frastuono
infernale. Evita, per via dell’età e della debolezza, era frastornata da tutto
quel rumore, e se ne stava in disparte, non voleva più neppure mangiare.
L’abbiamo presa per farle trascorrere qualche mese di vita fuori da
quell’inferno. L’abbiamo messa in pensione ma eravamo certi che nessuno
l’avrebbe adottata. Un giorno telefona Cristina, un avvocato di Ravenna, dicendo
che voleva adottare un cane. Ma cercava un cane sano, bello e giovane. Le
abbiamo mandato tutte le carte per la procedura, con le schede e le foto dei
nostri ospiti in attesa di un padrone e lei, commossa dall’aspetto di Evita,
scelse proprio quella vecchietta. Così Evita è vissuta con l’avvocato per circa
due anni, felice, serena, poi è morta di vecchiaia. Cristina, che intanto era
diventata nostra amica, e in un certo senso anche l’avvocato dell’Associazione,
ha voluto adottare un’altra cagna anziana che si chiama Gin. L’anno scorso, poi,
abbiamo recuperato un boxer maschio, vecchissimo, avrà avuto quindici anni, e lo
abbiamo chiamato Muso. Lo abbiamo recuperato in un canile lager di Roma, dove si
trovava da sempre. Era pieno di piaghe e aveva anche un tumore al fegato,
inoperabile. Cristina, in memoria della vecchia Evita, lo ha subito adottato ed
è rimasto con lei un paio di mesi, morendo serenamente e finalmente amato. La
Gin gli era sempre vicino, dormivano insieme, e lei, anche nel sonno, teneva una
zampa su Muso, quasi a volerlo proteggere.
<<Ecco>>, conclude Marialaura <<queste sono alcune delle
innumerevoli storie dei nostri cani. Storie un po’ tristi, ma che, grazie ai
nostri interventi, e soprattutto alla bontà di tante persone sensibili alle
sofferenze degli animali, hanno sempre un lieto fine>>. |
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WEBITALYNEWS Registrazione Tribunale di
Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
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Direttore editoriale Marco Camilli
Iscrizione R.O.C. n° 16223 del 25 Ottobre
2007 |