Un cuoco veronese diventato eroe negli Stati Uniti
Bruno Serato campione di “eccellenza Italiana”
25/11/2013

Di Renzo Allegri
 

La sera del 22 novembre, grande festa a New York per celebrare “l’eccellenza italiana del Terzo millennio”. Si tratta di una nuova, singolare e straordinaria iniziativa che si propone di segnalare ogni anno dieci italiani, che vivono e lavorano negli Stati Uniti e che si sono affermati in America e nel mondo con grandi successi professionali,, onorando così la patria lontana e portando un fondamentale contributo al Paese in cui attualmente risiedono.

Tra i dieci scelti per la prima edizione di questa iniziativa, spicca il nome di Bruno Serato, un cuoco veronese, di San Bonifacio, che negli Stati Uniti è popolare come i più celebri divi di Hollywood.
Era un ragazzo quando decise di lasciare San Bonifacio per emigrare negli Stati Uniti in cerca di fortuna. In Florida cominciò come lavapiatti ed è diventato uno degli chef più prestigiosi. Il suo ristorante a Los Angeles, il “Anaheim White House”, è tra i più rinomati ed esclusivi. Ma Serato, raggiunto il grande successo e la ricchezza, non ha dimenticato le proprie origini umili e i principi di solidarietà ricevuti da sua madre. Si è guardato intorno, e ricordando gli anni della fame e della povertà, ha cominciato ad aiutare le persone più disagiate. Soprattutto i bambini poveri.
Alla periferia di Los Angeles, nell’area del sud California, esistono degli hotel fatiscenti dove trovano rifugio famiglie disastrate. In quegli hotel non c’è la possibilità di far da mangiare e quindi i bambini crescono senza mai conoscere un pasto caldo. Bruno Serato, su suggerimento della propria madre, si interessa di loro: ogni sera prepara circa 300 piatti di pasta al pomodoro e li porta a quei ragazzi.
L’iniziativa, che va avanti da una decina di anni, ha fatto scalpore. Serato è diventato simbolo di straordinaria generosità. Ha ricevuto riconoscimenti, è stato intervistato dai giornali e dalle televisioni. Nel 2010, la rivista americana “People” lo ha inserito nella lista dei “Sei Eroi degli Stati Uniti” e, nel 2011, la Cnn lo ha scelto per la sua “Top 20 Heores 2011”, dedicata alle persone che con il loro impegno tentano di cambiare il mondo. E ora, con “PrimiDieci Society”, un nuovo prestigiosi riconoscimento.

Questa nuova iniziativa non si ferma alla proclamazione e alla premiazione di meritevoli personaggi. Li vuole utilizzare come “maestri”, “educatori”, “sostenitori” degli ideali per cui sono stati scelti. Sta in questo aspetto la novità. I dieci campioni scelti, diventano membri di un club esclusivo, “PrimiDieciSociety”, destinato ad arricchirsi ogni anno di altri dieci campioni, formando, nel corso del tempo, una “numerosa comunità di eccellenze italiane”, fortemente coese tra di loro e che, attraverso iniziative, incontri, dibattiti televisivi, convegni, diventano un “canale mediatico" promotore, sostenitore, divulgatore di quegli alti valori professionali ed umani, che hanno praticato nella loro vita e di cui sono diventati degli ammirevoli testimonial.
Sembra un’utopia. Siamo abituati ad essere inondati di informazioni, articoli e spot di ogni genere su concorsi di bellezza, reality televisivi, gare sportive, festival di ogni genere. Finalmente, una iniziativa che non sia una competizione effimera, chiassosa, che non richieda esibizioni fisiche, classifiche, che non insinui promesse mirabolanti da raggiungere con niente, ma che prenda in considerazione i valori, i successi concreti ottenuti con il lavoro sodo, continuo, eseguito lontano dai riflettori, frutto di intelligenza, di impegno professionale e accompagnato da quelle straordinarie qualità umane che rendono le persone veramente ammirevoli.
L’iniziativa è di un italiano, Riccardo Lo Faro, 48 anni, giornalista e scrittore, nato a Roma ma che fin da quando era studente universitario trascorre gran parte dell’anno in Florida, dove ha uno studio.
<<Sono sempre stato affascinato dalle biografie delle persone famose>>, dice. << Di quelle che un tempo, in America, venivano definite “self-made man”, uomini che si fanno da soli. Per circa dieci anni, negli USA, mi sono occupato principalmente di scrivere biografie, come ghost-writer. Un lavoro che mi ha permesso di conoscere a fondo il successo di molti americani importanti ma anche di parecchi italiani che si sono affermati in America>>.
 

Riccardo Lo Faro ha lavorato a questa sua idea per due anni. Ha avvicinato personalità di ogni genere, politici, intellettuali, professori universitari, banchieri, manager , consolati, ambasciate, accademie. Ha trovato appoggio, sostegno, incoraggiamento ovunque. Tutti sentono che è necessario nutrire i giovani di questo nostro tempo, frastornato da ogni genere di crisi, con ideali luminosi, basati sui valori umani più alti.
<<E vero che noi italiani siamo conosciuti nel mondo soprattutto per gli spaghetti, per il migliore gelato, per la Ferrari e, purtroppo, anche per la per la mafia>>, spiega Lo Faro. << Ma io ho constatato, non solo negli Stati Uniti, ma anche in altre nazioni dove sono andato, che siamo soprattutto accolti ed apprezzati per il nostro calore umano e per la volontà di stabilire legami forti e profondi. Noi italiani otteniamo successo professionale nel mondo perché siamo brave persone, capaci di realizzare successi impensabili, anche nelle condizioni più disagiate. E’ nata da queste riflessioni l’idea di dar vita a una iniziativa che faccia conoscere queste persone straordinarie, per additarle come esempio soprattutto ai giovani>>.



L’iniziativa è arrivata ora al suo primo traguardo reale, che sarà anche un decisivo test della qualità del suo avvenire. Viene presentata ufficialmente a New York nel corso dell’annuale Serata di Gala della Camera di Commercio Italy-America di New York. Un evento tradizionalmente importante nella comunità italiana negli Stati Uniti, al quale partecipano circa 600 invitati vip, istituzioni, autorità, aziende, con una visibilità internazionale molto elevata, per la presenza di rappresentanti di molti giornali, di varie reti televisive e agenzia di informazione.
I dieci italiani scelti per la prima edizione della “PrimiDieci Society”, oltre allo chef Bruno Serato, sono:
- Il professor Emilio Bizzi (foto 1), neuroscienziato, uno dei più celebri studiosi del cervello.
- Luca Cicalese (foto 2) e sua moglie Cristiana Rastellini (foto 3). Lui è un celebre chirurgo dei trapianti, professore di Dipartimento di Chirurgia, direttore del “Texas Transplant Center”; e lei, medico, docente universitaria, ricercatrice e pioniere di una particolare tecnica di trapianto di insule pancreatiche (lobo della corteccia cerebrale), fondamentale per la ricerca sul diabete.
- Matilda Cuomo (foto 6), moglie dell’ex governatore dello Stato di New York, fondatrice e presidente di “Mentoring USA” e del “Mentoring USA-Italia”, fondazioni contro il disagio giovanile.
- Federico Faggin (foto 4), di Vicenza, da oltre 30 anni negli USA. Padre del primo microprocessore della storia.
- Dante Ferretti (foto 8) , scenografo celeberrimo, tre volte premio Oscar con “The Aviator” e “Hugo” di Martin Scorsese e “Sweeney Todd” di Tim Burton.
- Marco Marinucci (foto 5), ingegnere e manager di Google.
- Renato Turano (foto 10), calabrese di Castrolibero, emigrato con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1950, quando aveva otto anni. Imprenditore, è a capo della più grande azienda di produzione di pane artigianale del Nord America.
- Mariuccia Zerilli Marimò (foto 7), baronessa, conosciuta in America come “la leonessa della cultura italiana”. Fondatrice della “Casa Italiana” presso la New York University, sede della cultura italiana nella Grande Mela.
- Arturo di Modica (foto 9), scultore siciliano, autore di opere ciclopiche, diventato famoso per i suoi “tori”: quello simbolo della Borsa di New York, e quello recentemente installato davanti alla Borsa di Shanghai

Renzo Allegri

 

 

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