La
sera del 22 novembre, grande festa a New York per celebrare “l’eccellenza
italiana del Terzo millennio”. Si tratta di una nuova, singolare e straordinaria
iniziativa che si propone di segnalare ogni anno dieci italiani, che vivono e
lavorano negli Stati Uniti e che si sono affermati in America e nel mondo con
grandi successi professionali,, onorando così la patria lontana e portando un
fondamentale contributo al Paese in cui attualmente risiedono.
Tra i dieci scelti per la prima edizione di questa iniziativa, spicca il nome di
Bruno Serato, un cuoco veronese, di San Bonifacio, che negli Stati Uniti è
popolare come i più celebri divi di Hollywood.
Era un ragazzo quando decise di lasciare San Bonifacio per emigrare negli Stati
Uniti in cerca di fortuna. In Florida cominciò come lavapiatti ed è diventato
uno degli chef più prestigiosi. Il suo ristorante a Los Angeles, il “Anaheim
White House”, è tra i più rinomati ed esclusivi. Ma Serato, raggiunto il grande
successo e la ricchezza, non ha dimenticato le proprie origini umili e i
principi di solidarietà ricevuti da sua madre. Si è guardato intorno, e
ricordando gli anni della fame e della povertà, ha cominciato ad aiutare le
persone più disagiate. Soprattutto i bambini poveri.
Alla periferia di Los Angeles, nell’area del sud California, esistono degli
hotel fatiscenti dove trovano rifugio famiglie disastrate. In quegli hotel non
c’è la possibilità di far da mangiare e quindi i bambini crescono senza mai
conoscere un pasto caldo. Bruno Serato, su suggerimento della propria madre, si
interessa di loro: ogni sera prepara circa 300 piatti di pasta al pomodoro e li
porta a quei ragazzi.
L’iniziativa, che va avanti da una decina di anni, ha fatto scalpore. Serato è
diventato simbolo di straordinaria generosità. Ha ricevuto riconoscimenti, è
stato intervistato dai giornali e dalle televisioni. Nel 2010, la rivista
americana “People” lo ha inserito nella lista dei “Sei Eroi degli Stati Uniti”
e, nel 2011, la Cnn lo ha scelto per la sua “Top 20 Heores 2011”, dedicata alle
persone che con il loro impegno tentano di cambiare il mondo. E ora, con
“PrimiDieci Society”, un nuovo prestigiosi riconoscimento.
Questa
nuova iniziativa non si ferma alla proclamazione e alla premiazione di
meritevoli personaggi. Li vuole utilizzare come “maestri”, “educatori”,
“sostenitori” degli ideali per cui sono stati scelti. Sta in questo aspetto la
novità. I dieci campioni scelti, diventano membri di un club esclusivo, “PrimiDieciSociety”,
destinato ad arricchirsi ogni anno di altri dieci campioni, formando, nel corso
del tempo, una “numerosa comunità di eccellenze italiane”, fortemente coese tra
di loro e che, attraverso iniziative, incontri, dibattiti televisivi, convegni,
diventano un “canale mediatico" promotore, sostenitore, divulgatore di quegli
alti valori professionali ed umani, che hanno praticato nella loro vita e di cui
sono diventati degli ammirevoli testimonial.
Sembra un’utopia. Siamo abituati ad essere inondati di informazioni, articoli e
spot di ogni genere su concorsi di bellezza, reality televisivi, gare sportive,
festival di ogni genere. Finalmente, una iniziativa che non sia una competizione
effimera, chiassosa, che non richieda esibizioni fisiche, classifiche, che non
insinui promesse mirabolanti da raggiungere con niente, ma che prenda in
considerazione i valori, i successi concreti ottenuti con il lavoro sodo,
continuo, eseguito lontano dai riflettori, frutto di intelligenza, di impegno
professionale e accompagnato da quelle straordinarie qualità umane che rendono
le persone veramente ammirevoli.
L’iniziativa è di un italiano, Riccardo Lo Faro, 48 anni, giornalista e
scrittore, nato a Roma ma che fin da quando era studente universitario trascorre
gran parte dell’anno in Florida, dove ha uno studio.
<<Sono sempre stato affascinato dalle biografie delle persone famose>>, dice. <<
Di quelle che un tempo, in America, venivano definite “self-made man”, uomini
che si fanno da soli. Per circa dieci anni, negli USA, mi sono occupato
principalmente di scrivere biografie, come ghost-writer. Un lavoro che mi ha
permesso di conoscere a fondo il successo di molti americani importanti ma anche
di parecchi italiani che si sono affermati in America>>.
Riccardo Lo Faro ha lavorato a questa sua idea per due anni. Ha avvicinato
personalità di ogni genere, politici, intellettuali, professori universitari,
banchieri, manager , consolati, ambasciate, accademie. Ha trovato appoggio,
sostegno, incoraggiamento ovunque. Tutti sentono che è necessario nutrire i
giovani di questo nostro tempo, frastornato da ogni genere di crisi, con ideali
luminosi, basati sui valori umani più alti.
<<E vero che noi italiani siamo conosciuti nel mondo soprattutto per gli
spaghetti, per il migliore gelato, per la Ferrari e, purtroppo, anche per la per
la mafia>>, spiega Lo Faro. << Ma io ho constatato, non solo negli Stati Uniti,
ma anche in altre nazioni dove sono andato, che siamo soprattutto accolti ed
apprezzati per il nostro calore umano e per la volontà di stabilire legami forti
e profondi. Noi italiani otteniamo successo professionale nel mondo perché siamo
brave persone, capaci di realizzare successi impensabili, anche nelle condizioni
più disagiate. E’ nata da queste riflessioni l’idea di dar vita a una iniziativa
che faccia conoscere queste persone straordinarie, per additarle come esempio
soprattutto ai giovani>>.
L’iniziativa è arrivata ora al suo primo traguardo reale, che sarà anche un
decisivo test della qualità del suo avvenire. Viene presentata ufficialmente a
New York nel corso dell’annuale Serata di Gala della Camera di Commercio
Italy-America di New York. Un evento tradizionalmente importante nella comunità
italiana negli Stati Uniti, al quale partecipano circa 600 invitati vip,
istituzioni, autorità, aziende, con una visibilità internazionale molto elevata,
per la presenza di rappresentanti di molti giornali, di varie reti televisive e
agenzia di informazione.
I dieci italiani scelti per la prima edizione della “PrimiDieci Society”, oltre
allo chef Bruno Serato, sono:
- Il professor Emilio Bizzi (foto 1), neuroscienziato, uno dei più celebri
studiosi del cervello.
- Luca Cicalese (foto 2) e sua moglie Cristiana Rastellini (foto 3). Lui è un
celebre chirurgo dei trapianti, professore di Dipartimento di Chirurgia,
direttore del “Texas Transplant Center”; e lei, medico, docente universitaria,
ricercatrice e pioniere di una particolare tecnica di trapianto di insule
pancreatiche (lobo della corteccia cerebrale), fondamentale per la ricerca sul
diabete.
- Matilda Cuomo (foto 6), moglie dell’ex governatore dello Stato di New York,
fondatrice e presidente di “Mentoring USA” e del “Mentoring USA-Italia”,
fondazioni contro il disagio giovanile.
- Federico Faggin (foto 4), di Vicenza, da oltre 30 anni negli USA. Padre del
primo microprocessore della storia.
- Dante Ferretti (foto 8) , scenografo celeberrimo, tre volte premio Oscar con
“The Aviator” e “Hugo” di Martin Scorsese e “Sweeney Todd” di Tim Burton.
- Marco Marinucci (foto 5), ingegnere e manager di Google.
- Renato Turano (foto 10), calabrese di Castrolibero, emigrato con la sua
famiglia negli Stati Uniti nel 1950, quando aveva otto anni. Imprenditore, è a
capo della più grande azienda di produzione di pane artigianale del Nord
America.
- Mariuccia Zerilli Marimò (foto 7), baronessa, conosciuta in America come “la
leonessa della cultura italiana”. Fondatrice della “Casa Italiana” presso la New
York University, sede della cultura italiana nella Grande Mela.
- Arturo di Modica (foto 9), scultore siciliano, autore di opere ciclopiche,
diventato famoso per i suoi “tori”: quello simbolo della Borsa di New York, e
quello recentemente installato davanti alla Borsa di Shanghai
Renzo Allegri |