Di Renzo Allegri
Foto di Nicola
Allegri
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- Padre
Giuseppe
Santarelli,
frate
cappuccino,
con alle
spalle
il
Santuario
di
Loreto. |
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Una
immagine
dell’interno
dalla
“Santa
casa”,
con
devoti
in
preghiera.
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Padre
Santarelli
all’interno
della
Santa
Casa
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4 Padre
Santarelli
indica
le
caratteristiche
pareti
della
“Santa
Casa”
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Il
rivestimento
in marmo
costruito
intorno
alla
“Santa
Casa”
per
conservarla
e
preservarla
dall’usura
del
tempo |
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Un’immagine
attuale
del
luogo a
Nazaret
dove si
trovava
un tempo
la
“santa
casa”.
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Un
disegno
che
dimostra
i due
blocchi
che
costituivano
la casa
della
Madonna
a
Nazaret.
La parte
bianca è
quella
rimasta
a
Nazaret,
quella
in
giallo
si trova
ora a
Loreto. |
L’8 settembre la
Chiesa celebra la
festa liturgica
della Natività della
Madonna. In Italia,
la festa prende
particolare
significato al
Santuario di Loreto,
in provincia di
Ancona, dove si
trova la “Casa della
Madonna”, cioè una
piccola costruzione
che, secondo la
tradizione, sarebbe
stata l’abitazione,
a Nazaret, in
Palestina, dei
genitori di Maria,
nella quale quindi
la Vergine
Santissima sarebbe
nata e cresciuta.
Quella casetta,
oggetto di
grandissima
venerazione fin
dall’inizio della
storia cristiana,
nel 1291 scomparve
all’improvviso da
Nazaret per
apparire, alcuni
anni dopo, sulle
colline di Loreto,
dove ancora si
trova. Il fatto
suscitò naturalmente
stupore. Si
verificarono subito
prodigi di ogni
genere, miracoli,
guarigioni,
conversioni, che
fecero pensare come
quella piccola e
misteriosa
costruzione avesse
poteri
soprannaturali. In
seguito si seppe che
quella casetta un
tempo era a Nazaret.
Non trovando
spiegazioni di come
possa essere
arrivata a Loreto,
si pensò che fosse
stata trasportata
dagli Angeli.
Comunque, la
devozione divenne
subito grandissima.
Per proteggere la
casetta, venne
costruito un
santuario
meraviglioso, che
divenne uno dei più
celebri d’Europa,
visitato da
innumerevoli devoti.
Nel corso dei
secoli, perfino 13
Papi si recarono in
pellegrinaggio a
Loreto, ultimo
Benedetto XVI nel
2007. Giovanni Paolo
II vi si recò
quattro volte. E
negli annali del
Santuario si
ricordano i nomi di
200 pellegrini che,
dopo la loro morte,
furono proclamati
santi e innumerevoli
celebri personalità
laiche come
Cristoforo Colombo,
Galileo Galilei,
Vittorio Alfieri,
Torquato Tasso,
Mozart, Goldoni,
Giosuè Carducci,
D’Annunzio. Michel
Montaigne, il
filosofo e politico
francese, si recò in
pellegrinaggio a
Loreto nel 1580 per
ringraziare la
Madonna di una
grazia che aveva
ricevuto per sua
figlia Eleonora.
Cartesio, il
filosofo francese
del “Cogito ergo
sum”, vi andò per
sciogliere un voto e
fece la strada a
piedi da Venezia a
Loreto.
Loreto è il
Santuario mariano
per eccellenza. E a
Loreto, ogni anno,
la festa dell’8
settembre ha un
significato
straordinario.
Quest’anno diventa
“madrina” di una
singolare
iniziativa, una
mostra che sarà
inaugurata nel Museo
Tesoro del Santuario
per poi iniziare un
lungo tragitto in
Italia e in Europa.
La mostra,
magnificamente
organizzata per
l’Associazione
culturale “Giovane
Europa” da due
studiosi
dell’argomento,
Gianni e Maria
Brandozzi, si
intitola “Viaggio
nell’antica
cartografia
d’Europa: dalle
radici cristiane
all’Unione Europea”
ed ha lo scopo di
dimostrare come le
radici cristiane del
Vecchio continente,
ignorate dagli
eurocrati nella
Carta Costituzionale
dell’Unione, hanno
un fondamento
concreto e reale,
documentato con la
presenza di
centinaia di chiese,
monasteri, santuari,
vie di
pellegrinaggi,
puntualmente segnati
nelle carte
geografiche più
antiche. <<Tutto,
anche le mappe
geografiche gridano
la nostra identità
cristiana>>, scrive
nella presentazione
del catalogo della
mostra l’onorevole
Mario Mauro, vice
presidente del
Parlamento Europeo.
Una mostra di
straordinario
interesse
scientifico e
religioso. Già
presentata in giugno
alla Camera dei
Deputati e destinata
a girare per
l’Italia e per
l’Europa a
testimoniare quella
presenza del
soprannaturale che i
nostri antenati ci
hanno tramandato. E
a questo scopo,
propiziando l’aiuto
alla Vergine, inizia
il suo “tour” dal
Santuario di Loreto,
dove si conserva la
“Casa natale della
Madre Dio”,
Ma questa
espressione “casa
natale della madre
di Dio”, quale
valore ha? E’ frutto
solo di una “pia
tradizione”, di una
“fede popolare”, o
poggia su ragioni
più concrete, su
documentazioni
scientifiche?
E’ un interrogativo
che si presenta
spontaneo,
soprattutto all’uomo
d’oggi, imbevuto di
scetticismo.
Interrogativo, però,
che da parte degli
studiosi riceve
risposte
scientifiche
incredibilmente
sconcertanti.
<<La storia racconta
che la casa apparve
all’improvviso in
questo luogo la
notte tra il 9 e il
10 dicembre 1294>>,
dice padre Giuseppe
Santarelli,
direttore dell’ente
che ha lo scopo di
diffondere il culto
mariano e di curare
la promozione e il
decoro artistico del
Santuario. <<Che sia
stata trasportata
dagli Angeli, non lo
possiamo dimostrare
scientificamente.
Invece, oggi, dopo
anni di studi, di
analisi, di ricerche
archeologiche
compiute con i mezzi
più sofisticati,
siamo in grado di
affermare
categoricamente che
questa casetta è
proprio quella che
fino verso la fine
del tredicesimo
secolo era venerata
a Nazaret come la
Casa della
Madonna>>.
Padre Giuseppe
Santarelli è un
religioso
cappuccino, ma è
anche un famoso uomo
di scienza. Storico
e archeologo di fama
internazionale, ha
dedicato gran parte
della sua vita a
organizzare, in
collaborazione con
altri celebri
scienziati, ricerche
sull’origine della
misteriosa casetta.
Le sue numerose
pubblicazioni
sull’argomento fanno
storia. E i dati
scientifici che
fornisce in questa
intervista sono
veramente
impressionanti e
fanno capire come la
fede “semplice” dei
nostri avi riguardo
“la casa della
Madonna” poggiasse
su basi granitiche..
Siamo all’interno
del grande Santuario
di Loreto. La
casetta della
Madonna è lì di
fronte a noi. Povere
pareti, di sassi e
mattoni, annerite
dal tempo, fragili
per gli anni, con
mille rattoppi e
interventi eseguiti
lungo il corso dei
secoli che
testimoniano l’amore
e la devozione dei
fedeli.
<<Per noi credenti,
questa è la reliquia
più straordinaria>>,
dice ancor Padre
Santarelli. <<Per
questo la chiamiamo
la “Santa Casa”. Tra
queste povere mura
nacque e visse la
Madonna, cioè la
madre di Dio, la
creatura più santa
che mai sia esistita
sulla terra. Qui,
Maria ebbe
l’Annunciazione
dell’Angelo e qui si
realizzò il più
grande evento
dell’universo,
l’incarnazione di
Dio>>.
Il religioso parla
sottovoce, per non
disturbare i
pellegrini che,
inginocchiati, sono
raccolti in
preghiera.
<<Vede quella
scritta in latino
che sta sulla parete
di fondo all’altezza
del tabernacolo?>>,
mi dice ancora padre
Santarelli. <<E’
scritto: “Hic,
verbum caro factum
est”. Cioè, “qui, in
questo luogo, Dio si
è fatto carne”.
Cerchi di pensare al
significato concreto
di questa frase.
Dio, il creatore
dell’Universo, in
questo luogo, di
fronte a queste
pietre, si è fatto
uomo. Queste pietre
hanno assistito
all’evento degli
eventi. Per un
credente, c’è da
impazzire a pensare
a una cosa del
genere. Ecco perché
questa piccola casa
costituisce un
patrimonio
spirituale
immenso>>.
<<Perché è stata
trasportata da
Nazaret in
Italia?>>, chiedo.
<<Per essere salvata
dalla distruzione>>,
dice padre
Santarelli. <<Nella
seconda metà del
secolo tredicesimo
in Palestina era in
atto una violenta
invasione
mussulmana, con la
distruzione
sistematica dei
luoghi santi
cristiani. Qualcuno,
uomini, o Angeli, o
uomini con l’aiuto
certamente del
soprannaturale,
riuscì a salvare
questa casetta
portandola in
Italia>>.
<<Ma perché proprio
in Italia e non in
un altro luogo?>>
<<Non lo sappiamo.
Gli antichi storici,
credenti
naturalmente,
dicevano che “per
provvidenziale
disegno, la Casa
della Madonna era
passata dalla terra
di Cristo, alla
terra del vicario di
Cristo”. Loreto
allora faceva parte
dello Stato del
Vaticano.
<<Prima però di
fermarsi in Italia,
la Casa fece trappa
altrove. Dalle
ricerche storiche
risulta che nel
maggio 1291 fu
trovata da alcuni
boscaioli in una
radura vicino a
Tersatto, nella
Dalmazia. E lì vi
rimase tre anni e
mezzo, e avvennero
molti prodigi.
<<Poi,
improvvisamente
com’era arrivata,
scomparve. La
seconda tappa fu una
località nei pressi
della stazione
ferroviaria di
Loreto, che allora
era un bosco, e si
fermò lì alcuni
mesi. Passò poi sul
colle di Loreto, in
un campo di
proprietà di due
fratelli, i quali
litigavano
continuamente per
dividersi le offerte
che facevano i
pellegrini. E la
casa, dopo un po’,
se ne andò da qual
campo e si fermò in
mezzo a una strada,
di proprietà del
comune, proprio dove
si trova ancora. Da
lì non si è più
mossa>>.
<< Quali ricerche
sono state fatte per
stabilire che questa
casetta è proprio
quella che un tempo
esisteva a Nazaret?>>
<<Sono state fatte
ricerche di ogni
genere. Ricerche di
tipo storico e di
tipo archeologico,
eseguite da celebri
studiosi, sia a
Loreto, come anche a
Nazaret dove la
Santa Casa un tempo
si trovava. Tutte le
ricerche hanno
sempre dimostrato
che il racconto
della tradizione è
autentico, e cioè
che la casa di
Loreto è quella che
un tempo era a
Nazaret.
<<Naturalmente le
ricerche più
importanti sono
quelle fatte in
tempi moderni.
Soprattutto quelle
eseguite a Nazaret
tra il 1955 e il
1960 sotto la
direzione di Padre
Bellarmino Bagatti,
uno dei più illustri
archeologi del
Ventesimo secolo, e
quelle eseguite a
Loreto
dall’architetto
Nerio Alfieri,
professore di
archeologia a
Bologna.
<<Le ricerche del
professor Alfieri
hanno dimostrato che
questa costruzione è
piena di assurde
anomalie, in netto
contrasto con le
costruzioni della
zona e anche con le
regole urbanistiche
vigenti nel
tredicesimo secolo.
La Casa non ha
fondamenta proprie,
e poggia veramente
su una strada. E’
costituita da sole
tre pareti, le
quali, per
un’altezza di circa
tre metri, sono
fatte di pietre, e
si sa che nella zona
marchigiana non
esistono cave di
pietre e tutte le
costruzioni a quel
tempo erano fatta in
laterizi.
<<E’ anomalo che
l’unica porta,
quella originaria,
si trovi al centro
della parete lunga,
e non in quella
breve, come è in
tutte le chiese e
cappelle del tempo,
e che sia collocata
a nord esposta a
forti e frequenti
intemperie, contro
ogni uso edilizio
locale. E’ anomalo
ancora che l’unica
finestra sia
orientata a ovest e
quindi aperta a una
ridotta
illuminazione, anche
qui contro ogni
regola edilizia del
tempo.
<<Ma tutte queste
anomalie svaniscono
se si confrontano
con i risultati
delle ricerche
archeologiche fatte
a Nazaret. La casa
di Loreto non ha
fondamenta perché le
sue fondamenta sono
rimaste a Nazaret,
dove un tempo si
trovava. Ha solo tre
pareti perché era
appoggiata a una
grotta scavata nella
roccia, con la quale
costituiva un solo
blocco abitativo.
Uno studio
straordinario
compiuto
dall’architetto
Nanni Monelli nel
1982, quando anch’io
ero a Loreto, ha
dimostrato che se si
potesse
ritrasportare la
casa di Loreto a
Nazaret,
combacerebbe
perfettamente con
ciò che laggiù è
stato trovato. Le
misure della casetta
di Loreto e anche lo
spessore delle tre
pareti corrispondono
perfettamente alle
misure delle
fondamenta che si
trovano a Nazaret.
Le pietre con le
quali le pareti sono
state costruite,
sono quelle tipiche
della Palestina e
anche i tipi di
muratura usati.
<<Nanni Monelli ha
fatto delle ricerche
approfondite sulle
pietre, trovando che
sono lavorate con
una tecnica
specifica di quei
luoghi palestinesi,
propria della
cultura nabatea,
cioè di un popolo
semita che esisteva
in quelle zone. Si
trattava di una
lavorazione a bulino
realizzata con un
utensile detto
ferrotondo e
tondino, e di
un’altra
lavorazione, sempre
di tradizione
nabatea, realizzata
con tratti vicini e
poco profondi,
attuati con una
subbia a punta.
Queste tecniche sono
assolutamente
sconosciute
nell’area italiana e
in specie
marchigiana.
<<Io poi ho fatto
uno studio specifico
sui graffiti ancora
leggibili su diverse
delle pietre della
Santa Casa di
Loreto. Ne ho
identificati una
cinquantina e sono
segni che si
richiamano a quelli
dei giudei cristiani
della Terra Santa e
in particolare a
quelli trovati a
Nazaret. Ho anche
decifrato una
scritta in caratteri
greci sincopati, che
tradotta dice: “O
Gesù Cristo, figlio
di Dio”, frase
iniziale di una
preghiera che si
trova scritta, nella
grotta che era
accanto alla casa di
Maria a Nazaret.
Questi e tantissimi
altri particolari
inducono a una sola
conclusione: la Casa
di Loreto è proprio
quella che fino al
1291 si trovava in
Palestina e che da
1300 anni era
venerata come la
Casa della
Madonna>>.
Renzo Allegri
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